
ROSA CANINA
Tra le mille tipologie di rose che conosciamo, la più interessante è la rosa canina.
E’ una rosacea che cresce nelle radure e nelle zone arbustive della macchia mediterranea, per questo è anche chiamata “roesa de macia”. Talvolta si addentra intrusiva tra i
boschi radi e la si può trovare dalle zone montuose fino al mare.
E’ infatti una pianta estremamente resistente, anche se i suoi fiori,
che possiamo ammirare tra maggio e giugno, sono da sempre
simbolo di evanescenza e di delicatezza.
Molto prima che si diffondessero le rose che siamo abituati a
coltivare nei nostri giardini, la rosa canina era già popolare
ed apprezzata. Il suo appellativo deriva dal greco, perché si pensava
che avesse la capacità di guarire dai morsi dei cani idrofobi. Di proprietà benefiche ne ha davvero mille, è ricca di vitamina C e veniva usata per la cura dello scorbuto, impiegata fin dall’antichità come segreto di bellezza in elisir e creme, è un ottimo tonico ed aiuta al rinforzamento delle difese immunitarie e a disinfettare le vie urinarie.
L’imperatore Nerone una volta spese ben 4 milioni di sesterzi per far piovere petali di rosa canina sui suoi commensali, ed era anche il fiore preferito di Saffo che la chiamava “regina di tutti i fiori”.
C
ome tutte le rose, anzi prima di tutte le altre rose, la rosa canina ha un dolce significato legato all’amore. Le rose dei nostri giardini, come la centofoglie e la gallica, sono barocche e raffinate e nei loro profumi. Se con i loro colori e forme, rappresentano l’amore nelle sue mille e complesse sfaccettature, ne simboleggiano l’impeto, la passione, la gelosia e la purezza, la rosa canina ne rappresenta invece l’ essenza. Come il vero amore questa rosa è infestante in maniera subliminale, resistente alle intemperie e fragile e delicata nelle inflorescenze. Il suo profumo si insinua e si annida nel regno dei ricordi.
Anche dopo la fioritura, la rosa canina non smette di donarsi. La parte forse più interessante di questa pianta sono infatti i cinorroidi, i rossi “frutti “che vanno raccolti tra agosto e settembre. Vanno incisi lateralmente e ne va eliminata con accortezza la peluria, la parte esterna è infatti quella erboristicamente più interessante, impiegata in decotti, marmellate e conserve.
LA MASCHERA ALLA ROSA CANINA, un piccolo incanto di bellezza.
Frullate i cinorroidi freschi, tagliati, svuotati con cura e lavati più volte per eliminare i piccoli peli aguzzi che possono conficcarsi nella pelle, e applicateli come maschera. E’ una delle più efficaci maschere per il suo effetto schiarente, levigante e tonificante della pelle.

