Giorno del Sambuco
25 novembre
"Sia il Sambuco l'albero eletto, non lo bruciare o sarai maledetto"
Il Sambuco è senza dubbio una delle piante più magiche ed importanti nella tradizione pagana.
E' un arbusto che può raggiungere i 10 m di altezza, diffuso su quasi tutto il territorio della penisola, fa dei fiori bianchi e delle bacche violacee. Il rispetto che è stato da sempre riservato a questa pianta è noto, così come lo è il suo valore magico.
Chiunque, pur senza avere conoscenza della simbologia delle piante, sente parlare del sambuco e pensa alla magia, alle bacchette magiche.
E' un istinto per nulla errato.
In passato si riteneva che il sambuco fosse l'abero protettore dei viaggiatori. Quando i pellegrini durante il viaggio si imbattevano in un esemplare usavano, in segno di rispetto e gratitudine, inchinarsi 7 volte davanti alla pianta. Sette volte come i sette doni che il Sambuco ci regala:
1) la resina che aiuta in caso di lussazioni
2) il decotto della radice che aiuta in caso di malattie come la gotta
3) la corteccia per un aiuto all'intestino
4) le foglie per trattare la pelle
5) i frutti per le bronchiti e i raffreddori
6) l'infuso dei fiori come ottimo depurante
7) il decotto dei germogli contro il mal di testa
Trasversalmente in diverse culture, il Sambuco è sempre stato considerato l'albero rappresentativo della Dea, le sue manifestazioni ne riproducono la triplice natura.
I delicati fiori bianchi per la vergine fanciulla, il verde dei rami e delle foglie per la madre rigogliosa, le bacche violacee per l'anziana saggia.
Quest'ultima manifestazione dell'albero, delle bacche rappresentative della Strega oscura e anziana, era l'aspetto privilegiato da molte culture. Per questo il Sambuco è tradizionalmente collegato all'oscurità, alla magia, alla divinazione, ma anche alla morte come rigenerazione.
nella tradizione germanica era l'albero abitato da Holle, la regina delle fate, dal suo legno si ricavano i flauti magici con cui richiamare gli spiriti silvestri, proprio come quello di cui scrisse Mozart. Durante la festa di Mezzaestate, gli abitanti degli antichi villaggi pagani andavano in giro per boschi alla ricerca dello spirito del Sambuco, danzando attorno alla pianta con corone di fiori ai capelli, una volta trovata. Ricavavano strumenti dai suoi rami scavati, divinavano il raccolto dalla sua fioritura. Per questo era un albero sacro ed era considerato assolutamente sacrilego sradicarlo, tagliarlo o bruciarlo.
Con l'avvento del cristianesimo, la simbologia connessa alla pianta venne mistificata e condannata. Il Sambuco seguì la sorte della Signora che lo abitava e delle donne che lo adoravano, divenne un albero di morte in senso fisico, di dannazione, oscuro. Il suo legno iniziò ad essere usato nei riti funebri, i suoi rami tagliati per fare le croci da conficcare sopra le bare. Bruciarne il legno comportava visioni del Diavolo e venne abiurata la tradizione di portare doni alla pianta per domandarle guarigione e protezione.
Il Sambuco, con il suo spirito antico e il suo mistero, perpetua ancora quell'antica magia nei cuori di chi sa prestare ascolto alla sua saggezza millenaria.