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Festa di Epona

2 Novembre

Dove nel vasto mondo c'è aristocrazia senza arroganza?

Dove amicizia senza invidia?

Dove bellezza senza vanità?

Qui dove la grazia si accoppia con la forza 

e la violenza viene domata dalla dolcezza, entrate, signori, è il regno del cavallo. 

Il culto di una divinità femminile, legata alla figura del cavallo, era diffuso in diverse civiltà antiche. I romani, nel corso della storia delle loro dominazioni, lo esportarono presso i popoli conquistati, seppur non si trattasse proprio di un loro culto originale. I latini stessi, infatti, lo acquisirono a seguito della campagna in Gallia in quanto era fortemente sentito presso i Celti.

 

La parola stessa Epona, etimologicamente significa cavallo, animale al quale sono connessi svariati significati e valori positivi. Se i popoli antichi erano soliti ricondurre l'energia e il vigore maschile ad animali con le corna, la grazia e la leggerezza del cavallo sono sempre stati simbolo di femminilità. La Dea Epona ha simboleggiato, trasversalmente in ogni culto a lei dedicato, la possenza, la forza e la resistenza femminili, la fertilità, l'impetuosità, la forza creatrice. Simboleggiata spesso con una cornucopia in mano, o come una cavalla bianca, l'iconografia a lei dedicata è vasta quanto i confini del suo culto. La si vede rappresentata circondata da due cavalli, seguita da un volo di tre uccelli provenienti dall'aldilà, mentre cavalca all'amazzone, o talvolta addirittura come un fiume in piena. 

Nonostante il cavallo abbia, in tempi antichi, costituito l'unico mezzo di trasporto, e abbia trovato spesso impiego in contesti bellici, alla dea Epona non sono mai ricondotti valori violenti. Il suo è un culto pacifico, celebrativo di quell'aspetto anticonvenzionale della femminilità che era ben chiaro agli albori della civiltà e che si è perso nel corso dei secoli. La donna come madre, come portatrice di vita, come esuberanza, come forza indipendente e libera, domabile alle sue condizioni. La dea Epona ha cavalcato il percorso dei secoli, montando alla più complicata maniera delle donne, con le gambe rivolte da un lato, inarrestabile complice di coloro che arridono alle energie primordiali. A cavallo è giunta fino ai giorni nostri in attesa di essere rievocata. 

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